giovedì 11 agosto 2016

"Cinder" di Marissa Meyer


Vanity is a factor, but it is more a question of control. It is easier to trick others into perceiving you as beautiful if you can convince yourself you are beautiful. But mirrors have an uncanny way of telling the truth.

Da uno dei più coinvolgenti classici delle sorelle Bronte a uno young adult, perché sì, è bello variare.
Ammetto di essere sempre piuttosto prevenuta quando si tratta di questo genere per via delle storie non sempre valide e dello stile spesso troppo banale e, diciamocelo, non sempre professionale. Tuttavia, era da diverso tempo che continuavo a leggere recensioni di Cinder, primo volume della saga The Lunar Chronicles di Marissa Meyer, in giro per il web e morivo dalla voglia di immergermi in questa affascinante rivisitazione della più antica di tutte le fiabe, anche e soprattutto perché sono io stessa una grandissima appassionata di fiabe e principesse.

La lettura, devo ammetterlo, non mi ha entusiasmato come mi aspettavo, probabilmente perché leggendo i commenti dei lettori mi ero fatta aspettative che andavano ben al di là di ciò che il libro in realtà offriva. Ad ogni modo, ci sono anche molte cose che ho apprezzato e per cui sono decisa a leggere il seguito della storia. Ma proseguiamo con la trama. :)

Cinder è un cyborg che gestisce una piccola officina per androidi a New Beijing, una città situata in un ipotetico futuro dove gli umani convivono con gli androidi e la popolazione è minacciata da un’epidemia di peste. Cinder, come tutti i cyborg, è considerata una cittadina di seconda categoria e per questa ragione cerca di nascondere il più possibile la sua vera natura. Un bel giorno, però, il principe Kaito si presenta nel suo negozio per chiederle di sistemare il suo androide e da quel momento la vita di Cinder verrà completamente stravolta.

Il mio primo impatto con Cinder, devo ammetterlo, non è stato estremamente positivo per via dello stile con cui si presentava il testo a livello estetico. Mi sono tuttavia abituata relativamente in fretta a questa scelta editoriale, complice anche lo stile semplice e scorrevole dell’autrice, finendo con il trovarla addirittura piacevole. 

La prima pagina di Cinder. Ora che ci ho fatto l'abitudine non ci vedo più nulla di strano ma inizialmente tutto quello spazio fra le righe è stato un vero e proprio shock!

Passando ai contenuti, che sono la cosa più importante, la storia ricalca quasi fedelmente – seppur con le dovute differenze di personaggi e ambientazioni – le vicende della Cenerentola più tradizionale e si presenta come un retelling originale e assolutamente piacevole. Devo però ammettere che mi aspettavo molti più colpi di scena mentre in realtà la trama si rivela piuttosto scontata e fin dalle prime pagine è possibile intuire come si evolveranno i fatti. La cosa non è tuttavia estremamente disturbante e la storia è così piacevole, e reminiscente della fiaba originale, da poter essere ugualmente apprezzata. Un altro problema che ho riscontrato, e che reputo caratteristica comune di diversi young adult, è invece l’eccessiva attenzione rivolta all’azione rispetto allo sviluppo psicologico dei personaggi. In poche parole, Cinder è un’opera più narrativa e meno introspettiva e questo implica, almeno per quanto mi riguarda, la difficoltà a immedesimarsi nei protagonisti e lasciarsi coinvolgere pienamente dalle loro vicende. Ciononostante, i personaggi riescono comunque a risultare interessanti ed è facile trovarsi a simpatizzare per Cinder, ma anche per Iko, Peony o il principe Kai.

I principali temi proposti dall’opera, al di là della rivisitazione della fiaba, sono la discriminazione del diverso, l’ostentazione dell’aspetto esteriore, la manipolazione e l’omologazione delle masse. Nel corso della narrazione è inoltre impossibile non cogliere i numerosi riferimenti a Sailor Moon; cosa che, da fan, mi ha riempito il cuore di gioia. Tuttavia, leggendolo avevo sempre la sensazione che il testo mancasse di qualcosa: tante belle tematiche, tante interessanti ispirazioni, ma sempre trattate con una certa superficialità e mai adeguatamente approfondite.

Cinder, devo ammetterlo, mi ha un po' deluso. Non perché non sia un buon lavoro – o per lo meno un lavoro piacevole – ma perché leggendo le recensioni mi ero fatta molte aspettative positive che sono purtroppo state infrante. Il libro, in realtà, presenta molte idee carine e interessanti, ma a volte ho come l’impressione che si abbandoni troppo alla semplicità e alla scontatezza quando invece potrebbe approfondirle maggiormente. Scarseggiano inoltre le descrizioni dei personaggi e del mondo cui fanno parte: l’ambientazione è intuibile ma non prende mai chiaramente forma nel corso della narrazione, lasciandoti nella mente immagini di personaggi che sembrano muoversi nel vuoto. 

In definitiva, ho trovato Cinder interessante ma un po' acerbo. Se lo si considera nell’ottica di quello che è - uno young adult per ragazzine che cercano letture avvincenti ma leggere – allora Cinder è un buon primo volume per una saga che potrebbe avere, se ben sfruttato, molto potenziale (anche se è impossibile non notare il calo di qualità rispetto ad altre opere ugualmente per giovani lettori ma molto meglio scritte e caratterizzate – un nome a caso: Harry Potter – e insomma, diciamocelo, una volta anche i libri per ragazzi erano libri di qualità!); ma da un punto di vista prettamente letterario lo considero un lavoro debole, con ottimi spunti ma che – mi auguro per inesperienza, poiché darebbe all’autrice la possibilità di migliorarsi – non sono stati gestiti al meglio. Ad ogni modo, da appassionata di fiabe quale sono, ho deciso di dare ancora una possibilità a questa saga e leggere anche il secondo volume, Scarlet, di cui posterò senz’altro una recensione a tempo debito.

3 commenti:

  1. Lo lessi in italiano appena uscito e ne ebbi un po' le tue stesse impressioni: carino ma non sensazionale. Il secondo mi era piaciuto già di più, ma non credo che la proseguirò, in inglese o in italiano. Dal momento che leggi in inglese, però, e che ti piacciono le rielaborazioni delle fiabe, mi permetto di consigliarti un'autrice: Juliet Marillier. Della Marillier erano arrivati in Italia i primi tre titoli (ormai introvabili) della serie di Sevenwaters. Il primo, in particolare, è la rielaborazione della favola dei fratelli Grimm "I sei cigni". In altri romanzi la Marillier gioca con le favole e, in generale, col folklore. Il suo inglese, a mio parere, non è proibitivo (io per prima non sono una cima:)), quindi, non so, se una volta ti andasse una lettura fantasy poetica, molto ben scritta e molto bella, potresti pensare a lei:)

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    1. Io ho deciso che proverò il secondo (visto che l'ho comprato) e poi deciderò se completare o meno la serie.
      Ti ringrazio anche per il consiglio! Ho provato a informarmi un po' sulla Marillier e ho visto che ha scritto un sacco di libri/serie interessanti, e tra l'altro tutti disponibili in ebook (in inglese) a circa 5-6 euro. La proverò sicuramente a breve e ti farò sapere cosa ne penso :D

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    2. Non vedo l'ora di sentire la tua opinione allora, perchè io amo questa scrittrice:) Per ora ho letto solo la saga di Sevenwaters e la trilogia di Shadowfell (cerchi uno YA fatto bene? Quella è la trilogia giusta!), perchè ho il terrore di quando la finirò e me li sto razionando*-*

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