martedì 19 luglio 2016

“Persepolis” di Marjane Satrapi



Fin da quando ho iniziato a leggere fumetti (per lo più giapponesi), in prima media, mi rendo conto di aver sempre commesso un grossissimo errore: ho sempre scelto le storie da leggere in base allo stile del disegno, e se la grafica non era particolarmente graziosa scartavo il fumetto a priori. In questo modo ho perso (ma intendo recuperare presto!) storie che molti fan del genere descrivono come le più belle e appassionanti di tutti i tempi. Con il tempo ho però imparato che il disegno non è tutto e ho deciso di aprirmi a nuove storie e nuovi stili e, perché no, anche a qualcosa di un po’ più occidentale.

- Regola n.6: tutti devono avere un’automobile; regola n.7: tutte le domestiche devono mangiare insieme ai loro padroni; regola n.8: nessuna vecchietta deve più soffrire.
[…]
- Ma dì un po’, come potresti fare in modo che le vecchiette non soffrano?
- Beh, è semplice, sarebbe vietato.

Vidi il film di Persepolis tempo fa in tv, del tutto per caso, e rimasi particolarmente colpita e affascinata dalla sua storia ma anche dai suoi disegni, semplici ma proprio per questo efficacemente d’impatto. La scelta di leggere il fumetto non mi ha però sfiorata fino a qualche giorno fa, quando ho visto che era stato scelto per Our Shared Shelf, il gruppo di lettura femminista ideato da Emma Watson.

In Persepolis, Marjane Satrapi ripercorre la sua storia dall’infanzia fino a una più completa maturità attraverso un volume unico pieno di sentimento, umanità e profonde riflessioni. Lo stile di disegno, cui ho già accennato, è a mio parere una delle caratteristiche fondamentali dell’opera. Grazie al suo tratto lineare, quasi stilizzato, l’autrice riesce a convogliare la sua storia e il suo messaggio in modo diretto, immediato, con un’ingenuità quasi infantile e a tratti perfino crudele.
Ma ciò che, più di ogni altra cosa, rende unico questo fumetto è la sua storia, il suo linguaggio, i messaggi di cui si fa portavoce, la sua capacità di essere così reale, così vicino e condivisibile che potrebbe facilmente essere la storia di ognuno di noi, e proprio per questo dal sapore così amaro.

Il regime aveva capito che una persona che usciva di casa domandandosi: “Avrò i pantaloni abbastanza lunghi? Sarà a posto il foulard? Si noterà che sono un po’ truccata? Mi frusteranno?”, non si chiedeva più: “Dov’è andata a finire la mia libertà di pensiero? Potrò mai esprimermi liberamente? Vale la pena continuare a vivere? Cosa fanno i prigionieri politici?”. È naturale! Quando si ha paura, si perde la nozione dell’analisi e della riflessione. La paura paralizza. Del resto il terrore è sempre stato il motore di tutte le dittature.

Persepolis è un fumetto in cui ci si può immedesimare, le cui idee si possono facilmente condividere, ma è anche, e soprattutto, un fumetto che ha molto da raccontare, molto da comunicare, molto da insegnare. Una storia che fa emozionare e riflettere. Una storia in cui possiamo ritrovare noi stessi ma anche capire qualcosa in più sugli altri, che – soprattutto di questi tempi – non fa mai male!
Attraverso la storia della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, Marjane Satrapi ci racconta anche un periodo fondamentale della storia del suo paese, l’Iran, e della radicalizzazione del culto islamico, una religione – ma anche una civiltà e una popolazione - che troppi pretendono di conoscere ma che solo pochi sembrano conoscere veramente (e io non mi considero certo fra questi ultimi ma, fortunatamente, nemmeno fra i primi). Persepolis affronta innumerevoli tematiche sempre attuali e sempre più bisognose di essere conosciute e discusse: la rivoluzione islamica, lo scontro fra culture e la difficoltà d’integrazione, i pregiudizi e la negazione di sé che ne deriva, la perdita di autostima e il senso di non appartenenza, la condizione femminile, le ingiustizie, la paura…

Dire che ho adorato questo fumetto è dir poco. Non è sempre facile imbattersi in un’opera divertente e commovente, delicata e diretta, ingenua e matura allo stesso tempo, e quando ci si riesce si sa di aver trovato un piccolo gioiellino. Consiglio la lettura di Persepolis e la consiglio a tutti, senza eccezioni, perché è una storia semplice e bellissima che si è presa un pezzo del mio cuore, che ha molto da insegnare e che tocca tematiche fondamentali di cui è importante non smettere mai di parlare.

2 commenti:

  1. Ciao:) Vidi il film di Persepolis tanti anni fa, ma non ne ho un ricordo limpido, quindi non credo che mi abbia colpita particolarmente. Sull'argomento, ho trovato bellissimo Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, iraniana a sua volta. L'hai mai letto?

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    1. Mi spiace che Persepolis non ti abbia colpito, ma apprezzo sempre opinioni contrarie alle mie :)
      Leggere Lolita a Teheran me lo rigiravo tra le mani la settimana scorsa in libreria, purtroppo non sono ancora riuscita a prenderlo ma di certo sarà uno dei prossimi acquisti, soprattutto se me lo consigli.

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